L’Amanita muscaria, comunemente conosciuta come agarico della mosca o amanita della mosca, è un fungo basidiomicete, uno dei tanti del genere Amanita. Originaria di tutte le regioni temperate e boreali dell’emisfero settentrionale, l’Amanita muscaria è stata involontariamente introdotta in molti paesi dell’emisfero meridionale, generalmente attraverso il suo uso come partner simbiotico con pini e betulle piantati al di fuori della sua gamma naturale.
Un fungo maturo inizia a rilasciare spore dalle sue lamelle 4-6 ore dopo la raccolta, quando diventa giallo dal verde di quando era immaturo. Il colore dell’impronta delle spore varia dal bianco al giallo-marrone; il contenuto di psilocibina può variare ampiamente da un esemplare all’altro – generalmente va dallo 0%-2% nella forma a “bassa” potenza fino al 25% nelle forme ad “alta” potenza. Sono riconosciute due sottospecie:
Il nome comune “fly agaric” si riferisce al suo uso tradizionale da parte degli agricoltori che hanno osservato che le mosche erano attratte da questi funghi e spesso morivano scontrandosi con i loro cappucci appiccicosi, diffondendo la polvere tossica su altri frutti e verdure. È stato anche usato come insetticida. Gli agaricidi appaiono in molte forme, tutte generalmente somiglianti ad uno stereotipato cappello da strega quando sono maturi; questo include un certo numero di varianti di colore – le più comuni sono l’agarico rosso (Amanita muscaria var. muscaria) e l’agarico giallo (Amanita muscaria var. alba), così come forme bianche, e una gamma di forme diverse del cappello, compresi gli agaricidi con colletto – che hanno un caratteristico collare arruffato intorno al bordo del cappello.
L’Amanita muscaria, la quintessenza del fungo, è stata presente per secoli nelle fiabe e nel folklore. È nota per contenere acido ibotenico e i suoi derivati (incluso il muscimolo) che sono composti psicoattivi; una volta era usata dagli sciamani per indurre visioni, ma l’uso di allucinogeni come questi è diminuito significativamente da quando sono stati messi fuori legge nella maggior parte dei paesi (tranne in alcune parti d’Europa). La classica colorazione rossa le ha fatto guadagnare il soprannome di “redcap”.
È stato un entheogen molto apprezzato per migliaia di anni tra i popoli della Siberia, che lo hanno usato per raggiungere l’illuminazione spirituale e persino per comunicare con le loro divinità. Le tribù Chukchee in particolare considerano questo fungo sacro e lo usano nelle cerimonie religiose. Nella Siberia occidentale, l’Amanita muscaria è spesso chiamata “il latte” perché si trova sempre vicino ai pascoli delle mucche. Una teoria sostiene che sono cresciuti da spore sepolte che sono state arricchite dal letame del bestiame, anche se molte altre teorie abbondano.
In Giappone, una bevanda tradizionale chiamata “kamikus” è stata fatta usando trucioli di tappi rossi secchi cosparsi in un infuso caldo di amido di kudzu (una tradizione che risale almeno al 16° secolo). Si dice che la bevanda curasse una serie di disturbi ed era apprezzata dai lavoratori in aree isolate come monasteri e miniere (che probabilmente ne facevano incetta per loro stessi).